sabato 24 dicembre 2011

10 Dicembre 2011 Gialli - Colorati 8-2


10 Dicembre 2011 Gialli - Colorati 8-2

Le formazioni


Gialli

Daniel, Samba, Angelo (Paganin), Nino, Max, Matteo, Delio, Marius, Umberto, Andrea Di Mauro

Colorati

Michele P., Carlo, Jordan, Roby, Fabio, Paolo M, Massimo C., Mohamed, Paolo C., Vincenzo P., + Rudy


Marcatori

Matteo, Daniel, Umberto, Andrea Di Mauro, Marius, Max, Mohamed, Michele P., Delio, Andrea di Mauro.


Note

Nelle due squadre portieri a rotazione. Rudy è entrato in porta nei colorati per una frazione di partita. Terreno in buone condizioni.

I Gialli rimediano all’ultimo un effettivo, Samba, un giovane che bazzica da qualche tempo il Parco. Il ragazzo viene piazzato sulla fascia destra, a completare una difesa che ha come altri componenti Angelo (Paganin), Nino e Max. A supporto agisce Daniel, reduce da una partita mattutina e quindi, a suo dire, non in grande spolvero. A centrocampo Delio e Matteo, aiutati via via da Max, e dai graditi arretramenti di Andrea Di Mauro e Marius. Umberto si muove a pendolo in avanguardia.

I Colorati piazzano nelle retrovie Fabio, Jordan, Carlo e Michele P. Roby presidia la fascia sinistra. Paolo M. e Mohamed cantano e portano la croce a metacampo, mentre Massimo C. si occupa del settore destro. Paolo C e Vincenzo, col panormitano più avanzato, compongono l’attacco.

La prima segnatura è per i Gialli. Un traversone dalla sinistra viene intercettato malamente da Michele in quel momento posto nel ruolo di estremo difensore; ma il nostro mica è portiere di ruolo e vocazione. Umberto raccoglie e spinge verso la porta. La sfera incontra il legno destro; sulla ribattuta Matteo piazza in rete: 1-0.

Come vorrebbe legge del Parco, guidata da imperscrutabili fili, la squadra che passa in vantaggio è destinata spesso a perdere. Non esistono statistiche al riguardo, si tratta di pura osservazione dello scrivente; uno studio, tuttavia, si imporrebbe, prima o poi. Tiremm innanz.

Un lancio preciso coglie Andrea Di Mauro: la punta si avvita su se stesso, ma la sfera passa oltre senza subire tocco veruno. Si ripete poco dopo Andrea, gettando nel Lambro una bella opportunità sotto misura. Il taccuino, ahilui, deve registrare poco dopo un’ulteriore stecca della punta in pettorina gialla; poco male: come vogliono teorizzazioni di maghi della panchina di tempi addietro, l’importante è che l’attaccante sia presente e si faccia trovare nei dintorni della meta. Dichiarazioni ad uso e consumo della stampa, e sorta di versioni del classico “lavare i panni in casa propria”? probabile, probabile: ma non divaghiamo.

Mohamed spinge i suoi verso la porta avversaria: Harmattan percorre la fascia sinistra e converge verso il centro. Angelo (Paganin) immola la propria massa corporea a protezione del risultato: la palla ne incontra una regione imprecisata tra garoni e cosce e si allontana dalla difesa. Il momento è favorevole per i Colorati. Paolo M. piazza la sfera; precisione e spinta son da manuale, ma la traiettoria tocca in pieno il nastro della traversa prima di entrare in rete. Legge non scritta esclude la possibilità di aggiungere un punto sul tabellino. Una palla scodellata in mezzo all’area gialla trova Paolo C.: i Gialli si salvano ancora.

Il centro di interesse della contesa si sposta di nuovo dalla trequarti colorata in giù. Umberto e Andrea Di Mauro però non riescono a cavare fuori che qualche angolo. In particolare, un cross di Marius va a cercare la testa di Andrea: la rotazione impressa alla sfera è poco adatta alla bisogna.

Daniel prende coraggio e supera con buona frequenza l’immaginaria linea di metacampo; il nigeriano evita di portare palla oltre il dovuto, con intuibile profitto per i Gialli. La sfera lo trova pronto nel vivo dell’area colorata; il tocco di mezzo interno è secco e preciso, la carambola contro il montante destro dolce e delicata: 2-0.

I Colorati mettono insieme qualche frammento di reazione, per lo più grazie a Mohamed: Harmattan – il soprannome vuole una chiosa: si tratta del tipico vento del deserto senegalese, in altre lande africane noto come Ghibli – fa valere le indubbie doti fisiche e tecniche; non eccedesse in venezianismi, però, porca sidela. Tanto lanciarsi in progressioni porta al massimo a qualche palla che taglia l’area gialla senza conseguenze particolari. Paolo M. prova invece qualche conclusione da lontano; le potenzialità del panormitano e di Paolo C. in avanti risultano così sottoutilizzate.

Matteo si inserisce nell’area avversaria; la triangolazione potrebbe essere sfruttata meglio, ma il centrocampista sparacchia fuori bersaglio.

Topos classico della pedata d’una voeulta era il gol dello zoppo. In epoche in cui non esistevano panchinari di sorta, gli infortunati appena in grado di stare in piedi venivano piazzati in attacco, sperando nella buona sorte. Umberto è oggi menomato per gli strascichi di un infortunio ad una gamba. Le possibilità di scatto sono per Papà – soprannome storico del nostro – alquanto limitate; poco male: un cross al bacio del nigeriano lo trova a pochi ghelli dalla porta colorata. Il colpo di testa va a bersaglio: 3-0.

Andrea Di Mauro non lesina sforzi in fase di pressing, costringendo la retroguardia colorata ad errori. Un maldestro retropassaggio di Jordan per poco non causa ulteriore capitolazione.

Matteo recupera una palla in scivolata, more solito. Ne nasce uno scambio tra Andrea Di Mauro e Marius. Lo stile e la coordinazione sono quelli che sono: più che delicato fruscio di tomaie s’odono clangori di vanghe. Ma la pedata è concretezza: occorre guardare all’esito e non a fronzoli e ammennicoli vari. Beh, l’esito, allora? Positivo, positivo: la conclusione di Andrea Di Mauro fa 4-0.

La fase immediatamente successiva vede pochi momenti di rilievo. Da annotare un pallone che coglie Delio in un improbabile ed estemporaneo, per lui, colpo di boccia. Melgasc non è del mestiere: all’incornata difettano forza e mira.

Nel frattempo è entrato tra i Colorati Rudy, di passaggio sui prati della Cascina del Sole: il ruolo assegnatoli è quello di portiere.

Marius piazza una botta da lontano: 5-0.

Non passa molto e tocca a Max emulare il romeno: 6-0. Il tiro parte dalla fascia sinistra, giusto per l’archivio.

Parrebbe finita qui, ma i Colorati buttano sul tappeto rabbia e voglia di riscatti. Mohamed raccoglie un batti e ribatti dentro l’area. Fin troppo facile per Harmattan: collo pieno e 6-1.

Matteo avrebbe una palla buona nell’area avversaria. L’idea non è delle più luminose: invece di cercare il compagno sarebbe meglio inviare verso la porta colorata. Per farla breve, ne nasce un contropiede, che porta sul 6-2 il conto. Michele P., spintosi in avanti, dialoga con Harmattan, e sistema in rete.

Tra i Colorati qualcuno prova a profetizzare una rimonta: più che altro si tratta di tentativi di applicare una specie di psicologia da quatar ghej. Il calcio ci abitua da sempre a tutto: meglio per i Gialli vigilare.

Ma spingono decisi i Colorati. Un contropiede, pensa te, libera Paolo C. davanti al portiere. È fatta, prevede facile oracolo: Andrea Di Mauro, in porta nella circostanza, salva la baracca. A mettere una ulteriore pezza pensa poco dopo Angelo (Paganin). Cross da destra di Harmattan: Paolo C. conclude al volo con perfetto movimento. Angelo respinge, vuoi con il corpo, vuoi con un arto superiore, peraltro attaccato al busto. C’è mica tempo per invocare il rigore: Paolo M. recupera e calcia a sua volta; ancora Angelo (Paganin) fa da barriera. Qualche flebile protesta per l’impatto di cui sopra si estingue quasi subito.

Daniel prova lo spunto di forza in area; Jordan lo ferma in modo scorretto: la punizione non ha esiti significativi.

Un traversone da destra pesca Melgasc in posizione favorevole. La coordinazione col piede destro è mirabile: l’impatto al volo manda la sfera all’incrocio: 7-2.

Anche qui occorre spiegare il soprannome, soprattutto per non-monsciaschi e non-brianzoli. Melgasc vale l’italico stocco, che poi è lo stelo del granturco; volendo richiamare la zazzera del nostro sarebbe più appropriato usare il brianzolo melgon (cioè il granturco). Ma Melgasc meglio si aggrada ad atmosfere autunnali, visto che in questo periodo residui di mietiture sono ancora visibili per i campi.

Tornando al punto di cui sopra: “se lo riprova 1000 volte non gli riesce di sicuro” potrebbe decretare il solito sputasentenze. Poco importa: la rete merita di essere consegnata ad imperitura memoria.

C’è tempo per una conclusione, accompagnata da rimpalli, da parte di Andrea Di Mauro; fanno 8-2.

Finisce qui.

Alla prossima.

Matteo

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